La storia del Mercato delle Vettovaglie

Il Mercato delle Vettovaglie di Livorno è costruito in un periodo storico di rinascita, dopo la crisi economica dovuta all’imposizione del mercato nazionale. Una lunga storia ha portato la città ad essere un centro commerciale e cosmopolita.


LA LOCALIZZAZIONE

Il Mercato delle Vettovaglie, conosciuto come Mercato Centrale o Coperto, si trova sugli Scali Aurelio Saffi lungo il Fosso Reale di Livorno. Il mercato è un elemento di unione tra la città vecchia e quella nuova. La prima si trova tra la Fortezza Nuova e quella Vecchia, e risale al progetto della città pentagonale fortificata delimitata dal Fosso Reale. La città nuova è quella che si è estesa successivamente oltre il Fosso tra il XVIII e il XIX secolo. La vicinanza alla via

d’acqua risulta indispensabile per il rifornimento e l’esportazione dei beni venduti all’interno dell’edificio.

LE TAPPE DELLA STORIA DI LIVORNO

1392: il doge pisano Pietro Gambacorti decreta la fortificazione della “Terra di Livorno”. Essa sitrasforma in castello sul mare a difesa dell’approdo del “Pamiglione” (Darsena Vecchia) che diventa un importante punto di approdo portuale per la Repubblica di Pisa. XVI secolo: subentrano i Medici al governo della Toscana e, come conseguenza, si registral’esplosione demografica e commerciale di Livorno.

1577: Francesco I de’ Medici incarica l’architetto Bernardo Buontalenti di progettare la pianta dellanuova città di Livorno. I Medici la vogliono trasformare da piccolo villaggio di pescatori, in punto nevralgico dei traffici del Granducato di Toscana per avere uno sbocco sul mare. Il porto di Livorno è anche zona di vendita di prodotti stranieri. Nasce così una nuova esigenza: riunire tutti i magazzini e le botteghe in un unico spazio comune con le attrezzature necessarie per la vendita. Questo luogo diventa il fulcro della città. Il Fosso Reale delimita la parte di abitato fortificato. Di particolare rilievo è il Canale dei Navicelli realizzato tra il 1563 e il 1575 per collegare Livorno a Pisa.Ferdinando de’ Medici proclama Livorno porto franco. Come conseguenza si ha un incremento di attività commerciali.

Nel 1591-1593 sono emanate le Leggi Livornine che assicurano una serie di privilegi e concessioni per gli abitanti della città. Si vuole richiamare una popolazione che possa contribuire allo sviluppo economico. Livorno diventa così un centro cosmopolita.

Prima metà del XIX secolo: il periodo della Restaurazione coincide con la rinascita della città. Sorgono teatri e palazzi signorili lungo il Fosso Reale.

Inizio XX secolo: in concomitanza con la realizzazione del mercato sono costruiti i macelli all’interno di Forte San Pietro e le scuole Micheli e Benci.

l contesto storico durante la progettazione e costruzione del Mercato. Dopo l’Unità d’Italia Livorno, come altre città marittime, è vittima di una crisi economica che il nascente mercato nazionale provoca con la fine dei loro privilegi. L’abolizione dello statuto di porto franco nel 1865 causa un grave crollo delle piccole industrie. Inoltre, Livorno viene considerata inadeguata come porto militare, per cui questa funzione si sposta a La Spezia.

Questi eventi spingono la città a rialzarsi e intervenire: in questa occasione viene modernizzato il porto. Il sindaco Nicola Costella fa costruire nella città le strutture mancanti tra cui il mercato e le scuole di cui Badaloni è il progettista. Questi edifici diventano i simboli della rinascita della città. Badaloni è, quindi, interprete del clima politico e sociale realizzando numerose opere che sollevano la città e incarnando i valori del popolo livornese.

All’inaugurazione del mercato partecipa tutta la popolazione, dai ceti più elevati a quelli più bassi. Esso porta con sé il nuovo orgoglio cittadino.


PROGETTISTI DEL MERCATO DELLE VETTOVAGLIE


Scultore

Lorenzo Gori, scultore livornese, studia presso l’ Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1860. Nel 1867 apre uno studio personale nella città dove era solito recarsi: al Caffè Michelangiolo, celebre ritrovo dei Macchiaioli.

Durante la sua vita riceve numerose commissioni pubbliche e private tra cui le cariatidi del Mercato Centrale di Livorno (1893). È stato uno dei membri della commissione del Museo civico della città e Ispettore dei Monumenti per gli scavi di antichità della provincia.

La struttura del Mercato delle Vettovaglie di Livorno. Caratteri, Atenaclnisici dheel,la l isntgruutatugrag i.

Il Mercato delle Vettovaglie di Livorno è stato realizzato seguendo il modello delle vecchie Halles parigine ed è, come dimensioni, la seconda struttura mercantile in Europa. La più grande si trova a Riga, in Lettonia.

L’edificio, di forma rettangolare, ha superficie complessiva di 4800 mq e risulta suddiviso in tre grandi padiglioni.

La Sala Centrale (95 x 26 x 35 m) è costituita da un ingresso principale sugli Scali Saffi e quattro entrate laterali più piccole.

Le due sezioni, parallele alla principale, in origine erano riservate rispettivamente alla vendita del pesce e alla vendita di ortaggi, uova e pollame.

Per tutta la sua lunghezza, sopra le botteghe dei saloni, si trovano i magazzini, mentre sotto il piano del pavimento esistono 92 cantine alle quali si accede da due ingressi con scala. Nel sottosuolo, agibile ai veicoli, sono poste le celle frigorifere.

Linguaggi architettonici e tecniche costruttive Gli spazi interni all’edificio sono collegati da due gallerie con volte a botte in stile neoclassico. Il complesso segna il passaggio tra il Neoclassicismo e l’Art Nouveau, caratterizzato dal binomio acciaio-vetro della luminosa copertura del mercato.

Numerose capriate metalliche, dal disegno floreale, scandiscono la tettoia. La struttura è l’insieme delle tecniche costruttive tradizionali con i materiali più innovativi dell’epoca. Per questo il mercato costruisce i suoi valori anche grazie ai materiali che lo compongono.

ELEMENTI DECORATIVI

Dipinti e sculture

Sopra l’ingresso principale del Salone del Pesce è visibile un dipinto commemorativo con le date della costruzione.

Il Salone Centrale è abbellito da otto cariatidi, due su ogni ingresso, realizzate dallo scultore livornese Lorenzo Gori: una donna con un fascio di spighe tra le braccia e un’altra con un grembiule pieno di uova. Le sculture sono in rilievo e rappresentano figure femminili fungendo anche da colonna; si vede solo il busto mentre la porzione sottostante diventa parte della decorazione architettonica.

Le cariatidi sono le Gabbrigiane, contadine e venditrici provenienti dal Gabbro e dai paesi vicini che portano, nelle ceste, i prodotti delle loro terre: polli, conigli, uova, erbe aromatiche. Le donne indossano abiti tipici: uno scialle annodato sul petto e un’acconciatura raccolta.

L’architetto Badaloni decora il salone centrale con pilastri coronati da finestre a lunetta semi circolare e, più in alto, ariose aperture vetrate.

L’esterno è caratterizzato, nella parte bassa e in quella alta, da due ordini di finestroni ad arco a tutto sesto disposti ritmicamente. Questa ritmicità è interrotta da una trifora centrale.

Ai lati dell’ingresso principale vi sono due coppie di colonne binate. Badaloni propose un arco romano, ma Lorenzo Gori, suggerì di lasciare spazio a decorazioni che si ispiravano a ciò che si vendeva, come pesci e frutta. trasformazioni, costruzione, rinnovi del Mercato delle Vettovaglie

La progettazione del Mercato delle Vettovaglie si sviluppa in un arco temporale di quarant’anni.

Solo nel 1894 vedrà la sua realizzazione. La sua storia continua, però, nei decenni successivi con una serie di restauri e progetti di riqualificazione che lo rendono idoneo alle esigenze odierne.


LE TRASFORMAZIONI ANTECEDENTI ALLA COSTRUZIONE

Il Mercato di Livorno non è sempre stato nella sua attuale posizione. In epoca medievale il mercato dei viveri si svolge nelle piazzette della città e nelle vie circostanti.

Con l’incremento demografico del XVI secolo il mercato è spostato sotto la Piazza d’Arme (oggi Piazza Grande). Lo sviluppo della città ha, infatti, permesso la realizzazione di una struttura portuale efficiente e internazionale e un tessuto urbano che permette di accogliere i mercanti di

passaggio.

Nel 1634 l’ingegnere Cantagallina ha l’incarico di ridurre a mercato Piazza d’Erbe (attuale Piazza Cavallotti). Al centro fa innalzare un loggiato a forma di croce che divide l’area in quattro sezioni. Esse sono destinate alla vendita separata di verdure, pesce, uova e pollame.

LA PROGETTAZIONE E LA REALIZZAZIONE

La fase di progettazione del Mercato copre un periodo di circa quarant’anni: dopo l’Unità d’Italia gli architetti Bettarini e Chietti propongono la collocazione del mercato in un lotto affacciato sul Fosso Reale. Il fosso è un elemento fondamentale perché collega la città vecchia e quella nuova. L’acqua è, inoltre, indispensabile per rifornire i produttori delle merci vendute all’interno.

Nel 1886 è emanato un bando di gara, ma l’unico disegno presentato, dell’ingegnere Talete Calderai, non è ritenuto idoneo.

Nel 1889 il Comune affida all’architetto Angiolo Badaloni il progetto. Solo l’anno successivo, nel marzo 1890, Angiolo Badaloni inizia i lavori. Il prospetto delle spese di esercizio annuale è, inizialmente, di 47.000 lire. L’ingegnere, per meglio approfondire la sua conoscenza, prima di realizzare il progetto, compie un tour in calesse della durata di un mese durante il quale visita i più importanti mercati europei.

La data di inaugurazione risale al 28 febbraio 1894: il primo marzo il mercato è aperto al pubblico.

LE FINALITA' DEL MERCATO

Funzionale: la città ha vissuto momenti di forte crescita demografica che hanno reso i precedenti mercati inadatti. Il precedente mercato di piazza delle Erbe viene considerato un oltraggio alla pubblica decenza e un potenziale focolaio di infezioni. Serve, quindi, un punto di rifornimento riparato dalle intemperie: venti, pioggia, luce diretta e calore del sole.

Simbolica: la fine del XIX secolo è un periodo di difficoltà economica e sociale. L’obiettivo è, quindi, elevare il rango della città con grandi realizzazioni, simboli di prestigio della città.

Le trasformazioni, le riqualificazioni e i restauri Durante la Seconda Guerra Mondiale il Mercato delle Vettovaglie è parzialmente distrutto e trasformato dagli americani in un garage per automobili, distruggendo la reale finalità del luogo.

La ristrutturazione e la rimessa in uso è voluta dai cittadini e dall’Amministrazione Comunale. Questo dimostra il valore affettivo che il mercato assume per i livornesi: esso è un punto di riferimento e di continuità con il passato.

Tutti collaborano a realizzare i lavori di ristrutturazione necessari per ridare al Mercato Centrale il precedente splendore e la sua valenza funzionale.

Nel 1988 è apportata un’importante modifica: l’ultimo piano del Mercato è adibito a conservare una parte di archivio storico e un fondo bibliotecario, simboli della memoria del popolo livornese.

Nel 1997 la struttura è sottoposta a un significativo restauro che le ha restituito tutto il suo fascino.

Nell’ultimo decennio sono effettuati i seguenti interventi di manutenzione e conservazione della struttura:

2007-2009: provvedimenti per la copertura del Salone Centrale al fine di indagare la sua efficienza alla resistenza di agenti esterni.Sono restaurate anche quattro cariatidi e l’illuminazione interna è stata potenziata.

2017: lavori per la rimozione dell’eternit. Sono sostituite tutte le lastre con materiali più green in lega di zinco-titanio che resiste alla corrosione, risulta molto durevole nel tempo ed è esteticamente gradevole.


LA VITA DEL MERCATO DELLE VETTOVAGLIE DI LIVORNO

CONTESTO PRODUTTIVO

A Livorno esiste una lunga e fondamentale tradizione di pesca, che ha segnato le abitudini alimentari degli anni più duri e poveri della storia livornese alla fine della Seconda Guerra Mondiale.

PECULIARITA' COMMERICIALl

5 e 5 è un tipico panino livornese farcito con torta di ceci. Si narra che durante la Battagliadella Meloria, tra Genova e Pisa nel 1284, un’imbarcazione s’imbatté in una tempesta. La nave subì danni alla stiva che conteneva scorte di cibo. I prodotti, in particolare ceci, mischiandosi con acqua salata formarono una poltiglia che essiccata al sole divenne appetitosa.Il nome viene attribuito negli anni ’30 del Novecento, quando sia il prezzo del pane che quello della torta di ceci erano di 5 centesimi di lira.


IL PANINO

Baccalà e Stoccafisso si trovano al banco Giancarlo Marinari, detto “Re degli ammollati” che consiglia ai suoi clienti due ricette tipiche livornesi. Stoccafisso tagliato a fette sottili con l’aggiunta di olio extravergine di oliva e limone oppure “Baccalà alla livornese” saltato in padella con patate e pommarola.

ATTIVITA'

Dentro al Mercato si svolgono attività di vario tipo e genere. Oltre al tradizionalemercato mattutino, hanno luogo eventi serali come degustazioni di vini locali, cooking show con i più celebri cuochi livornesi, cene a tema regionali e street food. Non mancanoanche eventi musicali dal vivo e attività culturali come spettacoli comici e presentazioni di libri.


CURIOSITA'

Il panino diventò talmente importante per la città di Livorno, che gli è stato dedicato un “Cammino gastronomico” denominato “Dammi 5 e 5!”. L’evento gastronomico riscosse così tanto successo da rendere il prodotto una vera e propria attrazione turistica.

Il 16 Settembre del 2005 il Mercato delle Vettovaglie è premiato dal Touring Club di Livorno nell’ambito dell’iniziativa “Botteghe e Mercati di Toscana”, promossa dalla regione Toscana insieme alla Federazione Italiana “Amici dei Musei”.

In aggiunta alla vendita di prodotti tradizionali, sono stati allestiti banchi come zona di ristorazione e per la vendita di street food.

Alle Vettovaglie: “nasce da un pensiero diverso di locale dedicato al Cibo… essere all’interno del Mercato Centrale delle Vettovaglie di Livorno, significa essere nel templio, nell’ombelico dell’enogastronomia labronica, significa essere a contatto con tutti gli artigiani del gusto, e con clienti esigenti, che non si accontentano più di prodotti surgelati, precotti, con la volontà di acquistare qualcosa di fresco, ed originalmente…

Nel mercato vi è anche una macelleria che vende carni kosher, volontariamente inserita per ricordare l’importanza della comunità ebraica. La comunità ebraica è stata a Livorno la più numerosa e la più importante economicamente. I privilegi elargiti con le “Costituzioni Livornine” del 1591 e 1593 erano dirette a richiamare a Livorno gli ebrei ispano-portoghesi che erano stati espulsi dalla penisola iberica alla fine del sec. XV, permisero a questi ultimi di raggiungere a Livorno una floridezza economica.


CANZONI

Nel 2010, si è registrata e schedata la “musica vocale” del Mercato in quanto “Bene demo-etnoantropologico immateriale”.


PERSONAGGI

Artisti come Gino Bramieri e Walter Chiari amavano far visita al mercato delle vettovaglie: il loro scopo era carpire le storie, le barzellette e le battute per utilizzarle poi come spunti ed idee per i loro spettacoli.

Al secondo piano del mercato vi erano degli uffici tra cui l’atelier del celebre pittore livornese Amedeo Modigliani. Nel 1984 si consumò presso il Fosso Reale la famosa “burla delle false teste di Modigliani”. Il più clamoroso svelamento della critica d’arte, allora rappresentata da Giulio Carlo Argan e Dario.